Roma: esce dal locale e fotografa lo scontrino ricevuto | Quando lo legge rimane sconvolto
Il tutto è avvenuto nella Capitale, uno scontrino ha fatto sobbalzare un consumatore: ecco cosa è accaduto.
Roma oltre a essere la capitale della nostra amata Penisola è anche uno dei luoghi in cui la movida è più attiva, grazie alla densità della popolazione e ai numerosi esercizi legati al divertimento, oltre che per via della presenza di molti studenti e studentesse anche fuori sede che dopo una giornata di studi si godono un buon aperitivo o una serata in discoteca.
Nonostante i prezzi siano concorrenziali rispetto a diversi luoghi di Milano, ad esempio, che sappiamo essere diventata nel corso degli anni molto cara (basti pensare agli affitti e alle proteste che riguardano il loro importo stellare) – anche alcuni locali di Roma, specie quelli situati nelle zone “bene” della città, propongono prezzi assurdi.
Qualcosa di analogo avviene con i ristoranti, alcuni dei quali, posti nel centro della ridente città, propongono dei costi davvero assurdi specie se paragonati a quelli degli stipendi delle persone autoctone.
Uno scontrino in particolare sta diventando virale, il consumatore che lo ha ricevuto dopo aver pagato è rimasto praticamente sconvolto soprattutto da una voce.
Uno scontrino insolito
Lo scontrino riguarda l’acquisto del supplì, il fritto tipico della città di Roma, spesso in accompagnamento alla pizza o alla pinsa romana: il supplì è un composto di riso con all’interno della mozzarella filante – si chiama, infatti, al telefono, proprio perché quando viene aperto dovrebbe esserci un filo di mozzarella che ricorda il filo del telefono fisso – e all’esterno una panatura croccante.
Acquistato in Via Flavia, il supplì è costato due euro: un prezzo tutto sommato onesto vista la zona in cui è stato comprato. Eppure qualcosa nello scontrino non torna.
Una sorpresa ricevuta
Tutto sembra in ordine nella ricevuta finché non giungiamo all’ultima voce, quella relativa all’operatore. In genere dovrebbe esserci un numero identificativo o un nome attraverso il quale si possa risalire alla persona che ha effettuato le operazioni di cassa, così che sia il cliente che l’esercente possano essere tutelati in caso di problemi.
Eppure, in questo caso, l’operatore non è segnalato: in corrispondenza della voce c’è scritto “Nessuno”. In questo caso sembrano non esserci state controversie, ma per la tutela di tutti bisognerebbe sempre indicare la persona che ha fatto l’operazione, così da rintracciarla nel caso in cui i conti non dovessero tornare o qualunque altro problema dovesse palesarsi lato utente o lato attività. L’altra stranezza riguarda l’orario di emissione, in quanto l’esercizio commerciale non è aperto alle 03.45 del mattino. Cosa avrà deciso di fare il cliente?