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Emilia-Romagna invasa dalla processionaria: massima attenzione anche agli animali | Cosa fare subito se ti ha irritato

Attenzione alle processionarie
Attenzione alle processionarie – Fonte: Depositphotos – Belligea.it

Allarme processionarie, diverse le segnalazioni arrivate dall’Emilia Romagna, ma è allerta in tutte le Regioni d’Italia. Siamo tutti in pericolo umani e animali, il suo tocco è molto irritante e pericoloso, ecco cosa fare.

La primavera è uno dei periodi più belli dell’anno, la natura si sveglia dal letargo invernale e inizia a mostrarci la bellezza di questo pianeta, poco protetto dall’essere umano. Ad ogni modo, la terra riprende colore, i fiori sbocciano, gli uccellini cinguettano, le temperature miti (a parte questi strani picchi estivi) con quel tepore tipico è l’ideale per fare delle belle passeggiate.

Insomma tutto bello, tutto meraviglioso se non fosse per la presenza di uno degli insetti più temuti da tutti, bipedi e quattro zampe inclusi, parliamo della processionaria. Tanto piccola quando letale, il suo tocco, in casi estremi può portare anche alla morte. Come ogni anno iniziano ad arrivare le prime segnalazioni, tra le prime Regioni a segnalare la sua presenza c’è l’Emilia-Romagna, anche se come sempre è ovunque.

Allarme processionaria in Emilia-Romagna

Per chi non lo sapesse, la processionaria è un lepidottero, facente parte della famiglia dei Notodontidae, che invade e distrugge le pinete. Il suo nido è riconoscibile ovunque, in quanto appare come una sorta di groviglio di ragnatele e al suo interno tutta questa serie di bruchi pelosi. Nel periodo primaverile, questi bruchi scendono dal nido e iniziano a camminare in fila (ricordano appunto una processione, da qui il nome) per raggiungere un luogo dove interrarsi per poi trasformarsi in seguito in farfalle.

Il periodo primaverile è quello pericoloso, soprattutto da marzo ad aprile, ma quest’anno le segnalazioni sono arrivate anche da febbraio per via delle temperature calde arrivate in anticipo, in quanto le processionarie sono presenti sia sui tronchi dei pini ma soprattutto per terra al suolo. Questo insetto è altamente urticante sia per gli esseri umani che per gli animali e in casi estremi può essere anche letale.

Attenzione alle processionarie
Nido processionaria – Fonte: Depositphotos – Belligea.it

Cosa fare in caso di contatto

Come ogni anno, arriviamo in questo periodo primaverile ed è subito allarme processionaria. Quest’anno le prime segnalazioni, già da febbraio sono arrivate dall’Emilia-Romagna, per via delle temperature miti che hanno caratterizzato buona parte dell’inverno. Questo lepidottero è molto pericoloso, in molti lo sottovalutano per la dimensione, ma sono i peli che gli ricoprono il corpo ad essere estremamente urticanti.

Tutti possono essere colpiti, umani e animali e soprattutto per questa ultima categoria il pericolo è assai maggiore e più preoccupante. Infatti, il cane o il gatto, può pestare la processionaria con le zampe mentre cammina o per curiosità odorarli e/o leccarli. In questi casi, l’animale avvertirà immediatamente un dolore fortissimo, come spiega la veterinaria Federica Clemente, la quale ha rivelato: “dipende da come l’animale entra in contatto con la processionaria. Se viene colpita la cute i danni all’epidermide sono modesti, ascrivibili a lesioni caratterizzate da ustioni ma comunque superficiali”, il pericolo avviene se l’animale entra in contatto con questo insetto per via orale o dal naso: “l’ustione crea una lesione dolorosissima che può impedire all’animale di mangiare. Ma non è tutto, perché l’ustione si evolverà creando una vera e propria necrosi che porterà alla morte del tessuto…”.

Come dichiara la veterinaria, se il cane o il gatto viene a contatto di questo insetto, non bisogna concentrarci su metodi fai da te trovati online, ma bisogna correre immediatamente dal veterinario, soltanto così si può salvare la vita all’animale. L’unica cosa da fare sia per l’essere umano che per l’animale è apporre del ghiaccio nella zona colpita mentre si va in ospedale o dal veterinario, perché il freddo crea vasocostrizione e il danno viene limitato all’interno dei tessuti, per dare tempo a chi di dovere di praticare tutte le cure necessarie.