Che bella scoperta questo borgo fantasma: é nascosto in Appennino | Come arrivare
Scopri le meraviglie Made in Italy più nascoste e sconosciute: questo borgo tra gli Appennini ruberà il tuo cuore.
L’Italia è conosciuta, in tutto il mondo, per i suoi posti da favola, per le città più rinomate che conservano monumenti e cimeli di arte antica, ma forse nessuno ha mai prestato attenzione a tutto ciò che si nasconde tra una grande città e l’altra. Infatti, esistono dei borghi che sono disabitati, ma che regalano meraviglie che scaldano il cuore.
Potersi regalare un giorno immersi nella natura, lontano da tutto e da tutti, fuori dal caos cittadino, è un grande dono. Visitando borghi nascosti, inoltre, non rischi di imbatterti in un’immensa folla di turisti, ma sarà un po’ come ritrovarsi con pochi amici intimi. Tra i luoghi più belli da scoprire, c’è il borgo fantasma che si trova tra gli Appennini.
Si tratta di un paese immerso nel bosco, a quota 856 metri e affonda le sue origini nel primo secolo dell’anno 1000. Scopriamo insieme il nome del borgo e dove si trova con esattezza. Esploreremo tutte le virtù di questo luogo, le sue caratteristiche uniche e imperdibili, per un viaggio immersi nella natura.
Una gita fuori porta in un luogo indimenticabile
Il borgo fantasma in questione si trova sull’Appennino Tosco-Emiliano, nei pressi del Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, del comune di Camugnano. Il luogo è raggiungibile solo a piedi oppure in bici. Dovrai lasciare l’auto oltre lo stagno e proseguire per circa 2,5 km lungo una strada sterrata. Una volta giunto a destinazione, potrai perderti tra le meraviglie di un borgo oramai disabitato, ma che custodisce ancora i ricordi di un tempo.
Chiapporato, così si chiama il borgo, è stato abitato a lungo da boscaioli, pastori, carbonai. Percorrendo i piccoli sentieri del paese, pieni di erba alta, puoi arrivare a diversi casolari abbandonati e alcuni puoi persino visitarli al loro interno. Alcune stanze sono ancora arredate, le cucine hanno utensili sparsi ovunque, i cassetti socchiusi contengono vecchi oggetti. Entrare in queste casette è come fare un tuffo indietro nel passato.
Gli ultimi abitanti di Chiapporato
Il borgo è stato abitato fino al 2013, da mamma e figlia, Zelia e Vilma. Le donne erano le sole superstiti di una famiglia di pastori, capeggiata da tre fratelli, chiamati “gli avvocati”, per via del loro grande amore per i libri. Uno dei tre, però, ovvero il marito di Vilma, morì nel lontano 1980, in una turbolenta bufera di neve, nel tentativo di salvare gli animali che accudivano. Le donne hanno sempre fatto del loro meglio per darsi da fare, allevando conigli, pecore, galline. Vivevano di cose semplici, dei doni che offriva la natura. Nonostante le condizioni poco agiate di questo luogo e nonostante l’offerta del sindaco di dare alle due donne una casa giù in paese, loro non lasciarono mai quel borgo.
Nel 2005, quando si riuscì a portare la luce elettrica fino a lì su, il sindaco regalò a Vilma e Zelia un televisore, ma qualche mese dopo scoprì che lo avevano conservato in soffitta, perché non ne potevano più di quel rumore. Per loro, c’era solo la natura, con i suoi suoni e il suo silenzio. E tu, immergendoti tra le vie di questo borgo, potrai riuscire a immedesimarti nelle due donne, riconciliandoti con te stesso, lasciando fuori i pensieri e gli impegni mondani, respirando aria fresca e ammirando la varietà di piante che nasce in questo luogo.