Lettera aperta a Loretta Scaroni, Assessore alle attività economiche.

Loretta scaroniGentile Signora ,

Abbiamo assistito al Consiglio Comunale sul bilancio e devo dire che le più belle parole della serata le abbiamo sentite dal consigliere Baldassarri che ha fatto un appello per ricercare la coesione cittadina. Lui ne parlava in senso sociologico tenendo conto delle 8.000 famiglie che abitano sul nostro territorio noi vorremmo iniziare  parlarLe delle attività che ancora resistono  in città. Delle circa 2.600 circa che concorrono a formare il PIL cittadino ve ne sono alcune che devono sentire la vicinanza fattiva dell’Amministrazione comunale : le attività commerciali.

A noi piace molto analizzare i dati e spacchettarli per dare sempre maggiore efficacia all’indagine e alla ricerca di soluzioni, purtroppo la genericità dei dati di cui siamo in possesso,  non ci consente quella profondità  che ricerchiamo per individuare  possibili soluzioni alle crisi settoriali.  Ci limiteremo pertanto ad esporle delle impressioni che speriamo possano indurre ad azioni efficaci. Stiamo parlando di circa 700 attività fra annuali e stagionali che riguardano circa ¼ delle nostre famiglie. Queste attività basano la loro esistenza su fatturati che la difficile congiuntura sta progressivamente erodendo. Loro dimostrano  però di  non  volere gettare la spugna ma nel contempo necessiterebbero  di essere orientati con appositi strumenti di analisi.

Negli anni ’60 le attività fiorirono copiosamente. Le amministrazioni comunali del tempo promuovevano lavoro concedendo licenze commerciali che a un certo punto contingentarono e in seguito  liberalizzarono. In  cinquant’ anni  il settore ha perso le attività più marginali e l’evoluzione del  commercio ha portato a sempre maggiori concentrazioni . Forse la grande cura dimagrante non è ancora finita,  ma il nostro comune con quasi 19.000 residenti non può non poter contare su una rete commerciale attiva e fisiologica. Ma questa rete deve avere uno stato di salute adeguato come hanno le città che vivono 12 mesi all’anno perché i nostri 19.000 cittadini vivono tutto l’anno a Bellaria Igea Marina.  Se il reddito netto  medio dei nostri contribuenti  è di circa 17.000 euro  possiamo pensare che almeno  una quarantina di milioni di euro (corrispondenti  a quasi 5.000 euro a famiglia) potrebbero essere destinati alle nostre attività commerciali. A  questi si dovrebbero aggiungere i consumi dei turisti che possiamo stimare in almeno 18 milioni. Speriamo di non dare i numeri  e prendiamo le cifre per verosimili e utili  a suffragare     le conclusioni che faremo.

Occorrerebbe che questi volumi venissero spesi a Bellaria Igea Marina ci vuole quindi un sforzo collettivo che passi attraverso:

–         l’unità di intenti e la convinzione  dei nostri commercianti

–        Una forte campagna di persuasione  condotta dall’Amministrazione comunale per convincere i nostri  cittadini consumatori a spendere in città

–        Iniziative ben studiate dal punto di vista del marketing e ben comunicate con la concertazione fra le associazioni di categoria e l’amministrazione comunale.

Anche qui il discorso è sempre lo stesso favorire con chi ci sta processi di coesione cittadina. Noi di Belligea news  qualche idea l’abbiamo  e l’abbiamo testata con successo con alcuni commercianti e ristoratori. Ci piacerebbe discuterne anche  con Lei.

 

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