GP USA: Sesto Mondiale di Hamilton.

Ferrari in netta difficoltà sul circuito delle Americhe. Il GP di Vettel dura sette giri: un passaggio su un cordolo causa la rottura della sospensione posteriore destra della sua SF90 e quindi il ritiro. Leclerc, dopo il problema avuto nelle PL3 del sabato che lo ha costretto ad utilizzare una power-unit con vecchia specifica e con tanti chilometri sulle spalle, in gara ha avuto problemi con le gomme, specie il primo stint e quindi tanto le due Mercedes quanto la Red Bull di Verstappen hanno potuto involarsi tranquille verso il traguardo.

Quindi Bottas, Hamilton e Verstappen sul podio racchiusi in una manciata di secondi, Leclerc invece 4° a oltre 50 secondi sul traguardo, davanti a un Albon risalito dal fondo dopo un urto con Sainz alla prima curva. La Ferrari ha sofferto molto sul circuito abbastanza sconnesso, a causa del suo assetto estremamente rigido, conseguenza della carenza di carico aerodinamico del telaio: tanto è che solo Vettel e Leclerc hanno subito danni a causa dei passaggi sui cordoli.

Ricciardo conquista nei primi giri una posizione che gli fa guadagnare il 6° posto finale davanti a Norris, Sainz e Hulkenberg, conseguendo un ottimo risultato complessivo per Renault e McLaren. All’ultimo giro Kvyat supera Perez per l’ultima posizione a punti, ma la direzione di gara ritiene aggressiva la manovra e lo penalizza di 5 secondi con conseguente retrocessione al 12° posto dietro anche a Raikkonen.

Per quanto riguarda la circolare FIA emessa sabato in conseguenza della richiesta della Red Bull alla FIA di chiarimenti sulla possibile elusione del flussometro, questa si limita a dire che tecnici federali non si accontenteranno di vedere “fiche” di omologazione dei motori identiche, ma pretenderanno che anche i software di gestione delle unità debbano essere uguali per garantire lo stesso livello prestazionale a meno che un team non giustifichi perché vuole rinunciare a una specifica. Alla Red Bull Honda ( ma anche alla Mercedes ) non va giù la grande potenza del motore della Ferrari, vettura comunque sotto stretta osservazione dei commissari con più sensori rispetto alle altre squadre: ma da quale pulpito viene la predica? Dalla Mercedes che miscelava l’olio alla benzina? Dalla Red Bull il cui motore Renault negli scorsi anni vantava almen0 70 CV più di quello originale? E che dire del loro motore Honda che lo scorso anno si rompeva ogni due per tre mentre quest’anno permette alla Red Bull di inseguire sia Ferrari che Mercedes e battersi spesso per il podio?


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Massimo Scalzo

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