GP di Russia: su un vassoio d’argento.

Binotto&Sochi hanno servito su un piatto, ovviamente d’argento, la vittoria alla Mercedes: hanno ritardato di almeno tre giri il pit di Vettel per ridare la posizione a Leclerc in quanto al via il monegasco aveva tirato la scia al tedesco per tenere a bada a Hamilton. Ottima strategia studiata a tavolino, ovviamente, ma a parte il fatto che Seb doveva ridare la posizione al massimo al secondo giro – non entro nel merito perchè sono fatti interni anche se strombazzati via radio – si è visto subito chiaramente che il tedesco oggi ne aveva di più come passo gara: almeno 3 decimi a giro più di Leclerc e sulle MB.

Purtroppo quella che poteva essere un’altra doppietta rossa ( forse ) è sfumata con il black-out elettrico della SF90 n°5: Seb è uscito saltando a piè pari e ha subito avvertito i commissari di stare attenti.
E con questo siamo a due rotture per quest’anno: 1 per Seb e 1 per Charles. Male.
Ottima la strategia MB ma si poteva e doveva intuire, essendosi qualificate con le gomme gialle, che nel finale avrebbero volato con le soft rosse. Ma ancora, Leclerc si ferma di nuovo per montare a sua volta le soft e perde un sicuro secondo posto a vantaggio di Bottas, tra l’altro particolarmente a suo agio su questo circuito. Ma oltretutto, mi domando, al muretto sono pieni di computer, fare meglio i calcoli no? Ora però a Maranello hanno la chance di portare Charles a puntare al secondo posto nel mondiale, quindi speriamo che domani al briefing si parlino tutti e si capiscano bene.

Bene le RB che soffrono molto il divario di potenza. Malissimo le Alfa nonostante il motore Ferrari: tra Kimi a Antonio non si sa chi è peggio… io direi la macchina, ma anche certe strategie…

Sochi è andata, il campionato praticamente consegnato, ormai conta solo gara per gara ma Alla Ferrari farebbero bene a blindare subito il contratto di Leclerc: un ingaggio sostanzioso e soprattutto una penale da almeno 100 milioni perchè al momento sembra un talento puro, di quelli che capitano ogni ventanni.


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Massimo Scalzo

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