GP di Singapore: Hamilton domina.

Lewis Hamilton ha dominato le prove e il GP di Singapore, vincendo facilmente su un circuito che aveva visto la Mercedes in difficoltà negli ultimi anni. Ha dominato come guida e come strategia e il suo vantaggio su Verstappen e Vettel al traguardo ne è la prova. Dalla scomparsa del grande Sergio la Scuderia, Maurizio Arrivabene e lo stesso Vettel sembrano aver perso qualcosa, a parer mio.

Quella che doveva essere la gara del riscatto dopo la Caporetto di Monza è diventata una Waterloo vera e propria e l’espressione di Vettel a fine gara vale più di qualsiasi commento. Una sconfitta pesante che, assieme ai due clamorosi errori di Hockenheim e Monza, non solo affossa quasi del tutto le speranze di una vittoria finale sul filo di lana, affossa anche quelle di vincere la “coppa del nonno” di briatoriana memoria, quel Campionato Costruttori tanto caro alla Ferrari e al Drake ( che a parte Nuvolari e un paio d’altri, se ne infischiava dei piloti ) visto che anche Bottas à finito davanti al solito Kimi.

Certamente la strategia della Scuderia e la scelta delle gomme non sono state felici, anche Ricciardo ormai relegato a comprimario, ne sa qualcosa, ma non è logico nè sportivo appellarsi a errori veniali che più o meno tutte le squadre compiono in grazia di un regolamento che permette alla Pirelli di gestire le gare in modo da rimescolare le carte fino agli ultimi giri.

Forse le temperature non hanno aiutato la Ferrari quanto l’AMG, ma invocare il meteo è come ritornare all’era di Alonso quando si aspettava la pioggia per riuscire a impensierire la Mercedes: indietro non si torna, è legge indiscutibile che bisogna guardare avanti e il futuro è roseo, nel senso che il Rosso Ferrari si è sbiadito e va incontro a tonalità sempre più argentee.


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Massimo Scalzo

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