GP di Germania: la Caduta del Kaiser.

Poteva essere la seconda vittoria consecutiva e in casa Mercedes, invece Herr Vettel è incappato in uno dei suoi rari “errori di guida” – ne commette di altri, purtroppo – alla curva 13, la Sachs, mettendo le slick su una chiazza di bagnato e ritrovandosi nella sabbia dopo aver dominato il Gran Premio. In un altra zona del circuito non sarebbe successo nulla o quasi, ma alla curva 13 lo spazio di fuga in ingresso è troppo ridotto per poter rimediare anche a un piccolo errore.

E’ stata la pioggia, comparsa in modo alterno e sporadico su diversi tratti del circuito a rendere problematico per piloti e squadre riuscire a gestire la situazione dell’ultima ventina di giri di gara: se fosse arrivata due giri prima o dopo o in modo diverso sarebbe cambiato tutto e la sua influenza sulla gara si è rivelata enorme – vittoria sfumata appunto – e altrettanto potrebbe essere sul campionato, che vede il tedesco ripassare dietro al rivale diretto per 17 punti, contro gli 8 di vantaggio precedenti dopo l’impresa di Silverstone.

Nonostante le dichiarazioni prima e dopo la gara (“su questa pista è impossibile superare” e poi “sapevo di poter vincere”) Hamilton, partito in 14esima posizione supera facilmente tutti i “gli altri” e compie una gara da manuale aiutato solo un poco dal cambio gomme effettuato poco prima che iniziasse a piovere e risparmiandogli l’errore – da altri commesso – di montare le gomme da bagnato ma compiendo “candidamente” una manovra illegale.

Ma errore di Vettel a parte, è stata la strategia del muretto a condizionare la gara delle due Ferrari: Raikkonen ha subito un pit-stop anticipato che lo ha fatto poi ricadere dietro le Mercedes quando era in testa perchè era ormai “alle tele” e Vettel si è trovato sotto la pioggia con gomme soft e non ultrasoft.

Ma l’episodio più controverso è stato il taglio di Hamilton sull’erba: chiamato per il pit-stop è stato bloccato in ingresso e l’inglese ha subito tagliato sull’erba con tutta la macchina – manovra vietatissima – rientrando tranquillamente in pista… e laddove altri si sarebbero presi giustamente minimo 5 secondi di penalità, lui è stato perdonato dai commissari ( solo una reprimenda ), in quanto:”1 – team e pilota hanno ammesso “candidamente” (testuale!) di aver fatto un errore e di essere stati in confusione; 2 – la violazione è stata in regime di safety car; 3 – non c’è stato pericolo per altri piloti. In sintesi i commissari hanno  fatto riferimento all’articolo 4d contenuto nel Capitolo IV dell’Appendice L del Codice Sportivo Internazionale Fia: “Eccetto casi di forza maggiore (riconosciuti tali dai Commissari) è proibito attraversare la linea che divide la corsia di ingresso e la pista, in qualsiasi direzione, da parte di una macchina che sta entrando in pit lane”.

Concludendo direi che si scriverà pure FIA, ma io leggo MIA ( Mercedes International Aid )…


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Massimo Scalzo

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