F1 2014 e la Rai.

Rai TVEffetto Rai e paradosso del telespettatore frustrato… riflessioni a ruota libera sulle polemiche intorno a Sanremo e sulla F1 ormai emigrata su una pay-tv.

Paghiamo il canone  per cosa? Vediamo: per i telegiornali, o meglio per i bollettini di politica, tragedie e allarmi meteo o per “tutto il calcio minuto per minuto” per ora, per 12 ore al giorno, per sette giorni a settimana? O per le soap-opera e le fiction che costano due soldi? Lo stesso Montalbano, forse la miglior produzione degli ultimi vent’anni, mi fa vedere un commissario con due vestiti due e quattro camicie, Fazio con lo stesso giubbotto di pelle e gli stessi pantaloni di velluto o al massimo i jeans: insomma neanche i costumi di scena, passano e vendono la serie a un centinaio di televisioni nel mondo. Persino alla BBC che la manda in lingua originale con i sottotitoli.

Ma Sanremo è Sanremo, per quattro sere gongola con il 48 e passa % di share. Si può spendere quanto si vuole tanto c’è la pubblicità, c’è il canone ( TASSA DI STATO SULLA PROPRIETA’ ) e se i soldi non bastano, ci pensa lo stato, che siamo noi visto che lo Stato non guadagna ma stabilisce e aumenta le tasse che noi paghiamo. Il secondo sport più veduto al mondo dopo i mondiali di calcio invece lo guardiamo grazie a una concessione magnanima di Sky e che tra l’altro ha visto a livello mondiale un calo di 50 milioni di telespettatori nel 2013. Ma non è questo il lato peggiore, magari lo fosse… pensate se questa rivoluzione tecnica o ipertecnologica della F1 ci riportasse, potrebbe accadere, nell’era della battaglie di Villeneuve, Mansell, Prost, Senna. Se capitasse di assistere a Spa Silverstone, a un duello ruota a ruota tra Fernando e Vettel o tra Ham e Kimi per metà gara, con tutto il contorno di duelli minori e lo share di Sky salisse vertiginosamente. Allora addio dirette e differite e aprite il portafoglio.

Perchè non è certo l’amore che muove il mondo e tutte le altre cose, ma solo il vil denaro, disprezzato a parole solo da coloro che ne  possiedono grande quantità, onde la famosa frase “il denaro non è tutto”… va bene, provate da domani a vivere un anno con 1.000 euro al mese e poi ne riparliamo.

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Massimo Scalzo

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