Il figlio del vento 1.

Le nuove e meno nuove generazioni poco sanno del più grande pilota di tutti i tempi, quindi consentitemi di far rivivere, ogni tanto, alcuni episodi dell’uomo che più di tutti ha interpretato il binomio uomo-macchina a onta di qualsiasi difficoltà e avversità

Cominciamo dal 1924, circuito del Tigullio. Di quella volta che Tazio Nuvolari corse una gara forsennata, uscendo spesso di pista e fermandosi, in alcuni casi, a picco sul mare. A pochi chilometri dall’arrivo, perse una ruota e la sua Bianchi finì in un fosso. Il meccanico rimase stordito e non potè riparare la vettura, quindi Nuvolari, con l’aiuto degli spettatori, la rimise assieme alla meno peggio. Ripartì e vinse la corsa su un’auto praticamente sui cerchioni, senza seggiolino di guida né volante, sostituito da Nuvolari con una chiave inglese e… con il meccanico ancora svenuto al fianco. La famosa foto ( sotto ) con il volante in mano, si riferisce invece alla Coppa Brezzi del 3/09/1946 quando il mantovano volante su Cisitalia D46 concluse la gara senza volante arrivando tredicesimo.

15 giugno 1935. Su un’Alfa Romeo 16C Bimotore, creata da Enzo Ferrari, Nuvolari tentò di battere sull’Autostrada Firenze-Mare, nel tratto del rettilineo di 8 km presso Altopascio, due primati mondiali di velocità. Le condizioni metereologiche non erano tuttavia le migliori poiché tirava un forte vento: il che fu per il “figlio del vento” un’ulteriore sfida, quindi salì in macchina e schizzò via. A circa 320 km/h una forte raffica di vento investì lateralmente l’Alfa, innescando una sbandata di un quarto di chilometro. Nuvolari non si fermò: tenne sotto controllo i 1.300 kg della macchina ( già difficile da guidare oltre i 150 km/h ) proseguì nella corsa e, dopo una seconda sbandata… stabilì due primati: percorse in 11 secondi il chilometro lanciato alla media di 321,420 km/h e in 17 secondi il miglio lanciato con media di 323,125 km/h e con una punta finale di oltre 360 km/h. «Non avevo mai affrontato un pericolo così tremendo, nemmeno il giorno in cui presi fuoco a Pau» dichiarerà poi.

Dall’anno della sua ultima gara e ultima vittoria a 58 anni ( 10 aprile 1950, gara in salita Palermo-Monte Pellegrino, su Cisitalia-Abarth 204: vittoria della classe fino 1100 cm³ Sport e il 5º posto assoluto ) i piloti che sono solo riusciti ad avvicinarsi a lui, si contano sulle dita di una mano.


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Massimo Scalzo

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