Il conte Giovanni Agusta fondò la sua azienda nel 1907 presso le “Cascine Costa” di Samarate (VA). La produzione della Agusta aeromobili si intensificò durante la Prima Guerra Mondiale, quando il Conte si arruolò come volontario nelle file del Battaglione Aviatori della Malpensa. Morì nel 1927 lasciando la gestione della ‘Costruzioni Aeronatiche Giovanni Agusta’ alla moglie Giuseppina e al primogenito Domenico, appassionato di veicoli terrestri: questi nel 1943 chiese ai suoi tecnici di ideare un motore dal costo economico per l’impiego motociclistico.
Il propulsore realizzato già dal ’43 era un piccolo motore due tempi di 98 cm³ a 2 velocità. Le vicende della seconda guerra mondiale ne rallentarono lo sviluppo che riprese presso lo stabilimento di Verghera dove viene realizzata la prima motocicletta. Il 12 febbraio 1945 venne ufficialmente fondata la Meccanica Verghera, Società Anonima, quale sezione aziendale del gruppo Agusta, dedicata allo sviluppo di veicoli terrestri a motore.
Dopo un breve periodo di attività diverse ( produzione di piallatrici e oggettistica casalinga ) utilizzando il materiale disponibile in azienda per garantire guadagni e non disperdere la professionalità delle maestranze, la prima MV Agusta, la “98” in versione “Turismo” progetto già pronto da più di un anno entrò in produzione. La denominazione “Vespa 98” era stata scelta dal conte Domenico Agusta per l’acuto ronzio del piccolo motore a due tempi, ma la MV venne diffidata all’uso della denominazione “Vespa” da parte dei fratelli Balsamo che l’avevano depositata per il loro modello Miller Vespa del 1934. Conclusa la vertenza legale, i fratelli Balsamo alienarono la denominazione “Vespa” alla Piaggio che la utilizzo’ per il suo scooter e nel 1946 iniziarono le consegne e quasi nello stesso tempo l’attività sportiva che vide vincente la MV98 a 3 Velocità, il 6 ottobre, a La Spezia nella gara di regolarità.
La vittoria venne replicata sette giorni dopo in circuito a Valenza (AL), sull’onda delle quali venne prodotta la 98 Sport, dotata di forcella telescopica, telaio più corto, assetto ribassato, motore più potente ( di quasi 5 CV ).
Nel 1947, al Salone di Milano, la MV Agusta si presentò la “98 Turismo Lusso” con cambio a 3 velocità, la “Zefiro” con motore 2 tempi bicilindrico di 125 cm³ (mai prodotta ) e la “250” con motore monocilindrico a 4 tempi. L’anno successivo avvenne la partecipazione al Campionato Italiano Velocità 125 con la 125 Tre Marce derivata dalla 98.
L’introduzione delle competizioni dedicate alle moto di serie portò alla creazione di altri modelli pluricampioni quali la 124 Monoalbero, derivata dal 125 bialbero corsa (campione del mondo nel 1952) e la 175 CSS/5V (detta Squalo) che utilizzava il motore derivato dalla 175 CSS ( detto “Disco Volante” ).
Nella seconda metà degli anni cinquanta si cominciarono a sentire i prodromi delle successive crisi di mercato, legate alla creazione di automobili “popolari” quali le Fiat 500 e 600. Questo spinse la maggior parte dei costruttori a ridurre gli investimenti nonché a ridurre il proprio impegno diretto nelle competizioni ufficiali che già allora rappresentavano un costo non indifferente. Proprio nel 1957 le pluridecorate Moto Guzzi, Mondial e Gilera decisero di comune accordo il ritiro dalle competizioni firmando il Patto di astensione. La MV Agusta, grazie all’acquisizione nel 1952 della licenza “Bell Aircraft Corporation”, agì in controtendenza investendo in innovazione e travasando le tecnologie aeronautiche nelle proprie motociclette. Tra i tanti esempi di innovazione ed avanguardia sono da citare il cambio idraulico progressivo sulla 175 cm³ 4 tempi (1956), i sistemi di iniezione per motori a 2 e 4 tempi (SBS), i nuovi sistemi di lubrificazione che consentì di estendere la garanzia ad un chilometraggio particolarmente elevato (150 RS) e il motore da competizione 500 a 6 cilindri del 1957.
Negli anni sessanta con l’ulteriore calo delle richieste, spostandosi sempre più il mercato dalle moro alle auto, la MV Agusta cercò di caratterizzarsi sempre più in maniera sportiva. Nacque la prima maximoto di serie con motore a quattro cilindri, derivato da quella da Gran Premio di 500 cm³, la 600 quattro cilindri. Il modello venne continuamente rinnovato spostandone i limiti sempre più verso l’alto, fino a culminare nella 750 S America che raggiungeva il record (per moto di serie) di 220 km/h di velocità massima. Da segnalare nel 1965 la 125 Disco, il cui nome derivava dalla distribuzione a disco rotante del motore a 2 tempi con lubrificazione separata e raffreddamento a liquido. Questa motocicletta rimase a livello sperimentale per impiego agonistico.
Tuttavia gli anni sessanta furono ricchi di vittorie iniziate grazie a Mike Hailwood, vincitore dal 1962 al 1965 e successivamente a Giacomo Agostini, che porterà alla Casa di Cascina Costa un numero incredibile e imbattuto di Titoli Mondiali. Agostini vinse ininterrottamente dal 1966 al 1973 il Campionato del Mondo con la 350 a tre e quattro cilindri e con la 500 a 3 cilindri.
Il 2 febbraio 1971 morì il Conte Domenico Agusta e la direzione del gruppo venne assunta dal fratello Corrado. Con l’espansione aziendale nella attività elicotteristca, l’evidente incremento già negli anni ’60 e l’ulteriore carico di lavoro per il programma elicottero A109, la Direzione decide di cercare un partner che garantisse il necessario apporto manageriale. Nel 1973 viene firmato un accordo di collaborazione fra l’Agusta e l’EFIM ( Ente Finanziamento Industria Manifatturiera ) ma il prezzo da pagare fu il disimpegno di Agusta dal settore motociclistico. Al blocco della produzione nel 1974, si passò alla presentazione nel 1975 di soli tre modelli rivisitati nelle prestazioni e nella linea: la 125 SE, la 350 “Ipotesi” e la 750 America.
La partecipazione ufficiale alle competizioni mondiali limitata alla classe 500 è proseguita fino al 1975 e, con il solo supporto tecnico al “Team Marlboro” di Giacomo Agostini nel 1976. Il 29 agosto la MV 500 4 cilindri con il campione di Lovere vinceva la sua ultima gara nel Campionato Mondiale sul circuito nel Nurburgring. L’epilogo della Casa di Cascina Costa avviene nel 1977 quando al salone di Milano lo stand MV rimase vuoto sebbene fosse prevista la presentazione della pluricilindrica stradale 750 4 cilindri a 16 valvole. ( fine prima parte )
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