La Medicina del Terzo Millennio 4. Lo Stato dell’Arte.

Abbiamo già avuto modo di constatare come la ricerca scientifica sia oltre che costosa, anche ‘a lungo termine’ ovvero tra la progettazione di un farmaco sino alla sua entrata in commercio possono passare anche dieci anni.

Piante_officinali 1Qualche anno fa dei ricercatori inglesi durante una spedizione scientifica in Africa, osservarono che alcuni scimpanzè erano usi nutrirsi, ogni tanto, di una pianta particolare. Incuriositi sottoposero a esami quella particolare pianta e vi scoprirono un antibiotico naturale particolarmente adatto alle infezioni intestinali. La medicina sin dagli albori della storia dell’uomo, si basava sull’uso di piante, a volte con risultati, a volte senza alcun effetto. Le piante usate erano scelte in base a criteri non certo scientifici, ma in genere per l’odore o la rarità o per qualche particolare, aspetto, tipo di fioritura, che le distingueva dalle altre. Un esempio classico è l’acqua ottenuta dalla cottura della volgare ‘malva’ che ha azione lenitiva sull’occhio infiammato, per esempio. Esempio meno conosciuto è quello di una pianta usata dai romani come anticoncezionale se assunta a basse concentrazioni o come ‘pillola del giorno dopo’ se assunta in dose massiccia. Ovviamente tale pianta è del tutto scomparsa nel nostro continente ( una variante è stata scoperta negli anni ’90 in Indocina ) in quanto tutta la sapienza medica degli egizi, dei romani e dei greci è stata cancellata per almeno un millennio dalla Chiesa che imponeva l’adorazione di Nostro Signore e vietava di lavarsi troppo spesso… emblematico il caso di Michelangelo che portava tanto  lungo gli stivali senza calze che quando li toglieva, si staccavano dei brani di pelle.

Piante_officinali 3L’illuminismo, la rinascita della ragion pura, la critica dei nascenti movimenti scientifici dalla Rivoluzione Francese in poi, diedero impulso alla ricerca scientifica sia riportando anche alla luce ciò che era rimasto dell’antica medicina, sia percorrendo nuove strade sulla conoscenza del corpo umano, anatomia e fisiologia, sia studiando i rimedi farmacologici del passato.  Un esempio classico è quello dell’aspirina, acido acetilsalicilico, sostanza estratta dalla corteccia dell’albero del salice bianco ( o anche dai fiori della  Filipendula – o Spirea – Ulmaria ) che ha proprietà antinfiammatorie – e non solo – citata da Erodoto nel V secolo a.C. ma nota tanto a Sumeri ed Egizi quanto agli Indiani americani.  Fu segnalata di nuovo nell’era moderna dal reverendo Edward Stone, nel 1763, in una famosa lettera alla Royal Society nella quale giustificava in modo razionale l’utilizzo della sostanza contro le febbri: la sostanza attiva estratta dalla corteccia, la salicilina, fu isolata nel 1828 e il principio, l’acido aceltisalicico nel 1839 ed entrò in produzione industriale nel 1874 ad un prezzo dieci volte inferiore all’acido estratto dalla salicina di proveienza vegetale ( dalla Filipendula Ulmaria ).

Piante_officinali 4Quindi dalle prime decadi dell’800 scienziati e medici si volsero alla ricerca ed all’estrazione di sostanze e poi di principi attivi dal mondo vegetale, principi che potevano anche essere pericolosi coma la digitale – tuttora usata in erboristeria – che è un cardiotonico ma che in dose eccessiva diventa velenosa se non mortale. La maggior parte delle medicine in uso non è altro quindi che la modifica e la concentrazione in laboratorio, di sostanze organiche o inorganiche presenti in natura o anche negli animali: l’acido tetramico prodotto da una classe di Lactobacilli del nostro organismo, è stato alla base della nascita delle tetracicline, come un prodotto del metabolismo del fungo Penicillium è diventato la penicillina  e le neo-penicilline semisintetiche ancor oggi in uso, come a esempio l’Amoxicillina.

redditività-piante-officinaliNegli ultimi anni la ricerca classica si è avvalsa dei sempre più potenti sistemi informatici e di apparecchiature sempre più perfezionate per creare modelli virtuali e quindi proiezioni in grado di accelerare la ricerca: una strada molto interessante e  ricchissima di prospettive è quella della genetica che permette di creare modelli terapeutici che vanno oltre la mera somministrazione di principi attivi, quali la possibilità di perfezionare il vecchio ma sempre valido sistema dei vaccini e farne un uso diverso modificando geneticamente batteri e microrganismi non patogeni ‘mirandoli’ alla cura di alcune malattie, non ultima la distruzione di tutte le cellule di un dato tumore, sistema ben più efficace della classica impostazione chemioterapica ( ed eventualmente chirurgica ) i cui benefici sono certe volte inferiori ai gravi effetti collaterali. Certamente l’uso dei farmaci resta e resterà la più importante linea di difesa contro le malattie, sia autoindotte  ( come le patologie correlate all’abuso di alcolici ) sia legate a stili di vita particolari, sia dovute all’aumento della lunghezza della vita media, unica cosa di cui il SSN italiano può farsene un vanto.

Vi è tuttavia una prima linea di difesa recentemente (ri)scoperta  e che si basa sull’utilizzo di  vitamine importanti e di  microrganismi non patogeni, linea atta non tanto alla cura quanto alla prevenzione e anche al potenziamento delle terapie mediche classiche e che sarà oggetto della prossima trattazione. In conclusione mi permetto di dare ai lettori un consiglio: attenzione a quello che mangiate e, se possibile, rifornitevi al di fuori della grande commercializzazione ( l’industria alimentare ) dando la preferenza a ciò che viene prodotto sotto tutela di marchi ufficiali ( olii italiani certificati e numerati  ad es. ) e alle produzioni contadine, di cui l’Emilia-Romagna non è seconda a nessuno. ( massimo scalzo )


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Massimo Scalzo

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