Bellaria Igea Marina.

Bellaria-Igea_Marina-Stemma

Bellaria-Igea Marina Stemma

 Il nome di Bellaria compare nella storia per la prima volta nel 1359 in riferimento a una fattoria fortificata vicino alla chiesa di Santa Margherita presso la foce del fiume Uso che nasce dal monte Perticara e attraverso le Province di Forlì-Cesena  e Rimini sfocia nel Mare Adriatico presso Bellaria. L’affluente principale è il Rio Salto, proveniente dal comune di Savignano sul Rubicone. Molti storici identificano il fiume Uso con l’antico Rubicone che vide le gesta di Gaio Giulio Cesare.

Secondo la leggenda Papa Gregorio XII, ospite di Carlo Malatesta, affacciandosi alla finestra del palazzo che lo ospitava e osservando il panorama del mare contrapposto ai lussureggianti boschi dell’interno e assaporando l’aria balsamica del luogo, avrebbe esclamato “Oh, che bell’aere”: il che non ci meraviglia, considerate le condizioni igieniche della Roma dei Papi in quei secoli dov’era d’uopo preoccuparsi più delle preghiere ( e delle fornicazioni ) che non della pulizia tanto personale quanto della città. In realtà in un testamento del Malatesta risalente al 1311 una residenza fortificata vicino alla Chiesa di S. Margherita a Bellaria Monte, viene denominata “Bellaere”. Ciò non deve meravigliare in quanto affacciandosi sull’alto Adriatico la località è tra il clima mediterraneo e il continentale temperato per cui le estati pur molto calde sono costantemente ventilate e poco piovose. Le precipitazioni si concentrano principalmente in primavera e autunno. L’inverno è peraltro piuttosto freddo in quanto esposto alle correnti balcaniche che portano temperature basse e non di rado la neve.
5La storia di Bellaria Igea marina è strettamente connessa con quella di Rimini, di cui è stata sobborgo, e risale al paleolitico quando l’uomo primitivo si insediò nella zona tra la costa e il colle di Covignano: la prima fondazione può essere fatta risalire non tanto alla civiltà villanoviana quanto ai successivi insediamenti etruschi per ragioni di tipo commerciale, dovute alle possibilità di approdo che permetteva la zona. Seguì probabilmente un dominio umbro e in seguito, celtico (galli boi). In epoca successiva si hanno tracce di contatti col mondo Egeo, testimoniati dal ritrovamento di frammenti di ceramica greca. L’arrivo dei Senoni, popolo celtico, non fu traumatico: fu più una migrazione che li portò a occupare gran parte delle Marche e anche, seppur per breve tempo, Roma. L’eredità celtica è coimpletamente scomparsa oggi, ma è grazie a questa che la città crebbe d’importanza e divenne uno dei porti maggiori dell’Adriatico, insieme alla vicina Ravenna. Questa crescita, sancì la fine di un’altra città importante, posta sulla foce del Po, Spina.
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Nel 268 a.C., alla foce del fiume Ariminus (oggi Marecchia) i Romani fondarono la colonia di Ariminum e vi stanziarono, prima della guerra contro Annibale, una legione e coloni plebei di Roma. La posizione geografica ne fece un bastione contro l’avanzata dei Galli e un avamposto per le conquiste verso la Pianura Padana. Da ricordare che, quando Annibale invase l’ Italia, Rimini era un’importante rotta di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia. Vi transitavano ben tre delle più importanti vie Romane: la Flaminia che da Roma arrivava direttamente a Rimini, la via Emilia da Rimini a Piacenza e la via Popilia-Annia che da Rimini proseguiva per Ravenna e Padova fino a Trieste.
Qui finisce la prima parte dedicata al percorso nella storia d’Italia di Rimini e allo scorporo di quattro sue frazioni che nel 1959 portarono alla fondazione del comune di Bellaria Igea Marina, oggi una delle migliori mete turistiche della rivera romagnola.

( massimo scalzo )


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Massimo Scalzo

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