Due parole a Massimo Bellavista direttore del mercato ittico

 

images2Prima cosa Signor Bellavista: non spetta certamente a lei il compito di dirmi dove indirizzare il mio interesse, fatico a seguire i consigli dei miei collaboratori…. figuriamoci se posso ascoltare i suoi!

Poi Signor Bellavista, la polemica non è con lei, ma con chi ha voluto il mercato! So benissimo che il 50% del pesce viene importato, ma vede, l’Amministrazione nel volere il mercato ittico, aveva presumibilmente l’intenzione di aiutare i pescatori locali e non quello di far vendere prodotti importati! Già perché se si vendono prodotti importati, questo va a scapito dei pescatori locali, se poi per pescatori locali, lei intende i cozzari, credo che non abbia assolutamente capito niente della pesca bellariese e di come si sviluppa un economia sostenibile nel tempo, lei chiede tempo e chi glielo sta negando? Resta il fatto che siete fermi lì dove siete partiti e, per sua stessa ammissione, per andare avanti chiedete continuamente finanziamenti, che successo può avere un’attività che per sostenersi deve sempre chiedere finanziamenti?

Così facendo lei si sta appoggiando al vecchio sistema fallimentare, assolutamente da dismettere, che ha portato la nostra economia allo stato in cui si trova, non è più il momento di fare concessioni a titolo gratuito, le attività vanno aiutate con sgravi fiscali ed una burocrazia più snella, non foraggiandole con fondi ottenuti mettendo le mani in tasche ormai vuote.

Se è sua intenzione continuare su questa strada disastrata, lei fa parte di quei politici vecchio stampo di cui non vediamo l’ora di liberarci.

L’amministrazione vi ha dato un capannone completo di attrezzature….. e vi fa pagare un canone ridicolo, il tutto sulle spalle dei cittadini, cos’altro volete? Quindi prima di dare consigli non richiesti ci pensi bene, se lei, che è il direttore del mercato, non riesce a lanciarlo per vari motivi, di cui magari lei non è responsabile, dia le dimissioni e lasci la patata bollente a qualcun altro! Pubblicare le ricette su facebook cercando di trovare clienti, pare più un mezzuccio di piccola taglia che non un operazione di marketing commerciale seria!

E poi mi dica: quando dovesse avvenire, come spesso accade, che venga fermata per ragioni sanitarie (analisi delle acque) la vendita al consumo dei mitili e, come già avviene, sia ferma la pesca delle vongole, vendere cozze di Cagnano e vongole di chissà dove, che utile porterà alle attività ferme? E che giustificazione avrà il marchio “COZZE DI BELLARIA?” Ci ha pensato a questo? Ci ha pensato che quei fondi erogati a spese dei cittadini, a quel punto, sosterrebbero una attività privata circoscritta ai quattro gatti che gestiscono la pescheria? E non mi venga a dire che ci saranno utili da dividere tra i soci, perché se venissi a sapere, che un privato ottiene un utile commerciale  grazie a fondi pubblici e fossi titolare di un’attività che, per continuare, deve faticosamente pagare i suoi debiti, farei scoppiare una rivoluzione!


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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