I Privilegi della Casta e altro.

Leggendo l’articolo del Direttore Bartolucci ho avuto modo di fare alcune riflessioni…  la frase di John F. Kennedy è rimasta giustamente nella storia e nel contesto in cui venne pronunciata aveva un significato che oggi non è più applicabile. In primo luogo la democrazia americana non è paragonabile alla nostra partitocrazia nata dalle ceneri del Regno d’Italia e del Fascismo bensì dalla lotta di un popolo, le famose Tredici Colonie, nei confronti di un Re assolutista alla cui reale maestà andavano le tasse dei coloni americani.

Quindi se qualcuno mi chiede cosa posso fare per il mio Paese, resto perplesso: intanto gli verso quasi metà dei miei guadagni in tasse dirette e un altro 1o, 20 per cento di indirette ( bolli vari, canone TV, accise su benzina, assicurazione, etc. e per questo vi rimando al mio articolo sulle 100 tasse ) poi mi viene anche in mente che lo Stato vuole vedere come spendo i miei soldi o meglio quel che ne resta… quindi se qualcuno mi chiede cosa posso fare per il mio Paese penso che tutti i i miei pochi lettori sappiano già la semplice e istintiva risposta. E anche che è lo Stato a doverci dimostrare come spende i nostri soldi.

Nel 2013 la frase di John Kennedy non ha alcun senso… di questi tempi, poi, ancor meno e suona quasi come una presa in giro. I Signori della Casta dovrebbero sapere che sono nostri dipendenti che noi a loro demandiamo il lavoro di guidare una città, grande o piccola che sia: manutenzione delle strade, organizzazione dei compiti della polizia municipale, che non dovrebbe essere un corpo esattoriale come spesso accade un pò ovunque, organizzazione di eventi legati al turismo, grande risorsa di tutta l’Italia, controllo dello smaltimento dei rifiuti, costruzione o ammodernamento di scuole, ospedali e ambulatori e via dicendo… e per fare ciò non credo che si debba essere di sinistra, di centro o di destra, solo e soltanto preparati a svolgere i compiti che il popolo sovrano concede con il mandato elettorale. Politica può essere la scelta di ciò che va fatto prima, ma che comunque va fatto: per la sinistra una politica sociale, ad esempio, per la destra una politica per le industrie, ma le due cose devono essere fatte nell’ottica del benessere dei cittadini. Era comune nella Roma Repubblicana che i consoli camminassero per le strade parlando con la gente comune con l’unica scorta di 6 portatori dei fasci: oggi il sindaco del  più piccolo comune se e quando va in strada, lo fa con ampio seguito e scorta armata ( da noi pagata ).

Giustamente il Direttore fa osservare che gli eletti non sono Eletti, cioè al di sopra del comune cittadino, che si tratti di un povero pescatore che guadagna 12.000 euro l’anno o un bancario che ne guadagna 120.000: tutti i dipendenti dei comuni, si chiamino Bellaria Igea Marina o Roma o Milano, non sono chiamati  a esercitare il potere e godere dei privilegi che ne derivano, ma a LAVORARE per noi che li paghiamo. In Italia vige una regola arcaica e assolutista: il cittadino è colpevole fino a prova contraria. Io questa non la chiamo democrazia: non so voi, ma riflettete e datevi la risposta.

 


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Massimo Scalzo

1 Commento su "I Privilegi della Casta e altro."

  1. Un intervento saggio, di giusta moralità e pertanto assolutamente condivisibile. Non c’è altro da aggiungere

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