L’Ultima Regina.

La Delta nacque quasi trentacinque anni fa: ancora oggi ci sono schiere di appassionati che l’adorano e non mi riferisco alle versioni speciali da rally e da corsa, ma anche ad allestimenti più modesti. Il perché quest’auto, che è una semplice berlina media, si sia radicata nella mente di tutti, cercheremo di capirlo ripercorrendo la sua storia.

00 Lancia Castagnero Y5La Delta esordì al Salone di Francoforte nell’autunno del 1979, in un periodo critico per l’automobilismo italiano che doveva affrontare l’ostilità dei lavoratori e il generale scarso successo dei prodotti nazionali, tutti mediamente vecchi, escluse la Fiat Ritmo, la cosiddetta ‘evoluzione della specie’ e l’Alfa Romeo Giulietta. La Lancia godeva di una certa notorietà grazie alla splendida Stratos, la divoratrice di rally che faceva da traino solo alla Beta Montecarlo, non avendo niente da condividere con le altre vetture della famiglia Beta, la berlina, la coupè, la spider Zagato e la HPE, nate a partire dal 1972 e l’ammiraglia Gamma, una delle automobili peggio comprese della storia.

01 Lancia delta Lx interno 2

La Fiat, proprietaria della Lancia da quasi dieci anni, a metà anni ’70 aveva già una base meccanica innovativa il progetto “Y5”, che trovò la sua realizzazione nel momento in cui Giugiaro presentò i modelli per la carrozzeria: in meno di quattro metri, il designer realizzò un’automobile dalle linee squadrate che non colpì, ricordando altre proposte dello stesso ma frutto d’autentica maestria: da qualsiasi angolazione la Delta appariva, e appare ancor oggi, sempre ben proporzionata e gradevole. La rifinitura cromata di alcuni particolari conferiva quel tocco d’eleganza tipico delle Lancia che si fondeva perfettamente con la linea moderna e con particolari nuovi, come i grandi paraurti in resina sintetica in tinta con la carrozzeria e dotati di un inserto paracolpi in gomma nera.

03 Lancia delta LxI propulsori da 1,3 e 1,5 litri erano gli stessi della Ritmo (che esordì nel ’78), rivisti nei condotti di scarico e nell’alimentazione: il 1300 erogava 75 cv mentre il 1,5 ne erogava 85. Le ottime qualità del motore e del telaio avevano dirette ripercussioni sulle caratteristiche dinamiche: la Delta era una vettura agile, sicura e gradevole da condurre, oltre che discretamente brillante in accelerazione e in ripresa, dove la versione di maggior cilindrata teneva testa anche alla più blasonata Alfa Romeo Giulietta 1,8. La Delta mostrava, purtroppo, alcune carenze all’interno: l’abitabilità era discreta, equiparabile a quella della Ritmo, ma in altezza, a causa del particolare design della carrozzeria, non era proprio soddisfacente e posteriormente diventava imbarazzante per i passeggeri alti. Buona la qualità dei materiali anche se gli accostamenti dei colori, sedili, plancia, pannelli, erano discutibili. Complesso il cruscotto zeppo di comandi e dal disegno futurista come richiedeva il mercato degli anni ’80.

Lancia_Delta_GT_ie_1989I primi anni furono caratterizzati da una continua crescita della gamma: alle iniziali tre versioni del ’79 (1300 economica con cambio a 4 velocità, 1300 e 1500), si aggiunsero le versioni LX 1.3 e 1.5. Nel 1983 fu reimpostata la gamma con nuovi allestimenti, piccole modifiche estetiche e con l’adozione del nuovo bialbero 1585cc da 105 cv nacque la 1.6 denominata GT ( marchio già usato per un modello della Fulvia berlina ) e poi la capostipite delle Delta turbocompresse, ovvero la 1.6 HF Turbo da 130 cv. Una versione da 1,1 litri era destinata ad alcuni mercati d’esportazione ( come la Grecia ) dove erano favorite vetture di piccola cilindrata.

 

Lancia-Delta-Giugiaro02Intanto procedeva lo studio, aperto nel ’81, di una versione a trazione permanente sulle quattro ruote e motorizzata con il 1.6 turbo e con nuovi motori 2 litri. Da tale progetto, nell’autunno del 1986 nacque la Delta HF 4WD a trazione integrale con giunto viscoso centrale e differenziale autobloccante Torsen posteriore, dotata dello stesso due litri turbo da 165 cv che spingeva le Thema e Croma Turbo i.e. multipoint. Venne fatta una consistente operazione di ammodernamento della carrozzerisa e delle finiture e il modello perse la denominazione greca per il latino “Delta”.

Intanto, già nell’autunno del 1987, la 4WD cedette il posto ad un’ulteriore versione, sviluppata in ossequio alle nuove norme del Mondiale Rally, dotata di carreggiate larghissime al punto da richiedere passaruota più larghi e dal 2 litri turbo, in questa veste capace di 185 cv: è la prima Delta Integrale. Negli anni successivi, la gamma Delta ruotò praticamente intorno all’Integrale. Per tutti gli anni ’80 la Delta difese benissimo le proprie qualità: la linea, grazie alle già citate caratteristiche, sembrava non invecchiare mai e le versioni a trazione integrale iniziarono a mietere vittime sulle piste da rally di tutto il mondo: il ritorno in termini d’immagine fu tale e tanto da suggerire ai manager Fiat di rimandare l’esordio del nuovo modello, il cui sviluppo correva parallelamente a quello della berlina Dedra, già pronta nel 1989.

lancia-delta-evoluzioneNel 1991 ci furono gli ultimi aggiornamenti alla gamma quando esordirono le versioni catalizzate relative alle motorizzazioni 1.6 aspirata, 1.6 turbo e 2 litri turbo. A fine ’92, in previsione dell’adozione delle normative antinquinamento Euro1 la gamma venne reimpostata con le sole versioni catalizzate denominate 1.6 i.e., 1.6 i.e. Turbo HF e Turbo HF Integrale. Nella primavera del ’93 il nuovo modello, attorno al quale s’era creata un’aspettativa incredibile, soppiantò le versioni borghesi della vecchia Delta del ’79, mentre l’Integrale tornò ai vertici, grazie ad un’iniezione di potenza, che le permise di toccare quota 211 cv, e a piccoli ritocchi estetici che la resero ancor più aggressiva. Queste ultime versioni, denominate Evoluzione, solcarono le scene per tutto il ’94, affiancata da serie speciali che diedero il definitivo addio al mercato soltanto nei primi mesi del 1995.

Di questa modesta berlinetta di 1300 cc. restano, in nove anni, 10 allori (4 piloti e 6 costruttori) e 51 vittorie (in 78 partecipazioni) Mondiali,  7 titoli Europei Assoluti (tutti dal 1988 a 1993, tranne quello del 1992) e 2 Rally Produzione (1988 e 1989), nonché più di 50 successi finali nei Campionati Nazionali in tutto il mondo. Un palmares per un singolo modello che rimane ancora imbattuto. Ma questa è un’altra storia…

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Massimo Scalzo

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