La “darsena”: Come distruggere ricchezza. prima puntata: le conclusioni.

portoIl comune di Bellaria Igea Marina ha avuto negli ultimi 25 anni due importanti trattative nei rapporti con i privati proprietari di terreni con differenti risultati per quel che riguarda i vantaggi a favore della collettività.

Quando De Sio in qualità di assessore all’Urbanistica del comune di Rimini teorizzò “l’edilizia contrattata” con particolare riferimento alle aree bianche (senza destinazione urbanistica) fu criminalizzato nonostante proponesse una trattativa del tutto trasparente e pubblica con i privati delle aree interessate. I partiti della sinistra e i verdi in particolare, vi videro il male assoluto. Sul povero De Sio furono fatte talmente tante velenose insinuazioni che lo stesso pensò bene (nonostante fosse un cavallo di razza) di abbandonare la politica. In seguito, a causa degli scarsi mezzi delle pubbliche amministrazioni le teorizzazioni di De Sio vennero addirittura istituzionalizzate ed usate a piene mani dalle amministrazioni di sinistra. Lo Stadium 105 di Rimini con relativi interventi alla viabilità ne è una evidente testimonianza.

A Bellaria, in tempi assai antecedenti, vi fu una trattativa (meno trasparente rispetto alle odierne) che portò all’acquisizione del Parco Urbano da parte della collettività ;  ed una più trasparente  per una parte relativa a quello allora chiamato porto turistico che portò a prevedere “un motore immobiliare” per i futuri attuatori del piano del porto (darsena e annessi e connessi) in consiglio comunale. Nell’ambito della stessa trattativa ve ne fu una parte meno trasparente riguardo ad altre aree  a mò di esempio citiamo l’edificabilità creata con Belverde, area Gelso, la Cagnona ecc. (con modesti vantaggi per la collettività se si tiene conto dell’entità della trattativa).

 Non stiamo parlando dei tempi odierni  in cui vi è una crisi nera dell’edilizia ma di tempi in cui i terreni in zona urbana arrivavano fino agli attuali 1.000 euro e forse più. L’edificazione era ricchezza e i bravi, oculati e disinteressati amministratori la facevano ben fruttare a vantaggio della collettività.

Nel caso esaminato (la darsena) abbiamo avuto un comportamento lineare fino al al 2000 , uno un  po’ meno lineare dal 2000  al 2010 e poco lineare dal 2010 in poi.

Per i soggetti attuatori del porto turistico che si sono susseguiti nel tempo vi è sempre stato un vincolo ferreo, quello che il consiglio comunale che vide la nascita di  Portur pose.  Per semplificare diremo che il motore immobiliare poteva partire solo con la realizzazione della darsena a mare.

porto 2Tale darsena aveva dimensioni precise perché le attente valutazioni che erano state fatte in merito alla gestione e la remuneratività portavano nelle varie ipotesi che si sono susseguite rendere necessari dai 300 ai 400 posti barca. Difficile essere  più precisi perché di ipotesi progettuali ne sono state fatte tante. Dai tecnici progettisti che hanno accompagnato questo iter venticinquennale era praticamente stata certificata nel rapporto costi benefici una necessità  finanziaria consistente per fare tornare i conti. L’attuatore ne avrebbe dovuto negoziare con le amministrazioni comunali l’entità reale  che in parole semplici  era un ”tot” a  a metro quadro o a metro cubo costruibile per recuperare il gap finanziario. Ma l’attuatore non partiva da zero e non era in balia dell’amministrazione comunale di turno perché, fin dall’inizio,  erano state proposte volumetrie generose per assicurarsi che la darsena fosse ben fatta.

Semplificando diremo che, il precipitare del mercato edilizio unito alle lungaggini burocratiche e ai comportamenti dilatori di tutte le amministrazioni che si sono susseguite stanno portando alle seguenti ultime proposte lette sui giornali: una piccola darsena e l’edificazione rimasta non più vincolata all’attuazione della darsena. Se l’edificabilità pur in tempi cosi difficili ha perso parte del suoi valore ha pur sempre (visto l’alto pregio di quei terreni) valori non trascurabili. Non mi riferisco solo all’ultima amministrazione, che non escludo comunque dal discorso generale, ma a tutte quelle che si sono susseguite: complimenti! Avete distrutto una ricchezza che poteva andare a vantaggio di tutti, potete andarne fieri! (e ancora la darsena non l’abbiamo).


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