Cuperlo non solo l’anti Renzi.

cuperlo-E se il nuovo, dato per vincitore, sia in realtà un dejà vù con la maschera?

Matteo Renzi, candidato alle primarie del Pd, ha annunciato che, qualora diventasse segretario, pretenderà rigore da chi si troverà in minoranza. Cosa che nessuno ha preteso da lui in questi due anni di minoranza da rottamatore.

Punta al 50%. Anzi oltre, addirittura il 70%. Sicuro di sé, il sindaco di Firenze lancia l’ennesima stoccata al governo Letta. Servono riforme: “Non faremo i donatori di sangue per il governo.” E ritorna sulla Cancellieri, dopo il fiume di critiche; il ministro ha sbagliato ma dia prova dei fatti con la riforma della giustizia.

Tuttavia vi sono altri temi scottanti, su cui Renzi si pronuncia poco da sinistroide. Privatizzazioni, abolizione dell’art. 18, eliminazione del Senato e delle province.E non dimentichiamoci le correnti da far sparire all’interno del partito.

Sorridevo leggendo un tweet di Gianni Cuperlo, che inquadra la situazione: “Il cons.economico di @matteorenzi di privatizzazioni, abolizione art.18, flessibilità del lavoro. Non è blairismo, è tatcherismo.” Secondo lo sfidante, Renzi non ha le premesse per esser un buon presidente del consiglio.

E Cuperlo è uno che ha fatto e fa scuola nel PD.

D’Alema accusa Renzi di stare “con i capibastone e con Briatore”, lo deride sull’esito del suo affondo parlamentare sulla Cancellieri. Renzi sostiene che da segretario avrebbe fatto votare le dimissioni a tutto il partito. 

Matteo Renzi sta sottovalutando i suoi nemici dentro il partito?

Questa minaccia sospesa, di voler spazzare via le minoranze, non ha un’accezione dittatoriale, assolutista?

Renzi sfrutta i media, come Berlusconi fece nel 1994 per la prima volta nella storia della politica italiana. Usa i social network, come per la prima volta fece Beppe Grillo. Ha antipatie verso i sindacati. Un programma su internet, sbandierato ai quattro venti, criticato dai suoi stessi compagni di partito.

E’ in atto un fenomeno strano. E’ come se Renzi avesse un partito tutto suo. Quello della Leopolda: senza bandiere. Un doppio atteggiamento: indignazione in ritardo per il caso Cancellieri, richiesta delle sue dimissioni e poi il voto contrario alle premesse. E se diventasse segretario Renzi, cosa ne sarebbe del PD?

Un partito piatto, che gli obbedisce, come il PDL faceva con Berlusconi?

Ancora una volta, mi sento di affermare che Cuperlo potrebbe essere la persona più adeguata. Sulla scia dei partiti socialisti europei e dei democratici americani, i liberal-moderati, i liberali, i trotskisti italiani sopravviverebbero con spirito di pluralismo.

Si discute, ci si confronta, e quando si arriva alle elezioni si è compatti ed è facile tagliare il traguardo, tanto decantato da Renzi, della vittoria della sinistra. Una sinistra sociale, plurale e organizzata, ma non da lui.

Sì, sono d’accordo con Cuperlo, quando sostiene che il sindaco in verità “è una figura di continuità con la cultura dello scorso ventennio.” E se dobbiamo dare una scossa alla sinistra, evitare che Carlo De Benedetti si faccia il suo partito, come a suo tempo fece Silvio Berlusconi, allora votiamo Cuperlo.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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